Nel cuore pulsante dell’Abruzzo, tra le pietre antiche di Sulmona, ogni anno nel giorno di Pasqua prende vita uno dei riti più intensi e carichi di pathos del panorama religioso italiano: la Madonna che Scappa in Piazza.
È un momento che non si guarda soltanto, ma che si vive, si respira, si sente vibrare nelle ossa e nel cuore. La foto che vedete, realizzata magistralmente da Antonio Carosella, cattura l’istante esatto in cui il tempo sembra fermarsi: la corsa degli uomini, il volto teso dall’emozione, il volo dei bianchi colombi, simbolo di purezza e resurrezione. Tutto esplode in una sinfonia di fede, speranza e gioia.
Questa tradizione secolare rappresenta l’incontro tra la Madonna e il Cristo Risorto. Per tutto il Venerdì Santo e il Sabato Santo, la statua della Vergine Maria, vestita a lutto, piange la morte del figlio. Ma la mattina di Pasqua, qualcosa cambia. Al culmine della celebrazione, davanti a una piazza gremita di fedeli e curiosi, si compie il miracolo simbolico della rinascita.
Un gruppo di uomini appartenenti alla Confraternita di Santa Maria di Loreto, vestiti con tuniche bianche e mantelline verdi, trasportano a corsa la statua della Madonna attraverso la piazza. La statua, coperta da un manto nero, corre incontro al Risorto. È un attimo di pura tensione: al momento dell’incontro, il velo nero cade, scopre un abito verde smeraldo, i colombi si librano in volo, e la folla esplode in un boato liberatorio. È il trionfo della vita sulla morte, della luce sull’ombra.
Questa corsa non è solo folclore o spettacolo. È una dichiarazione d’amore. È Maria che, madre trafitta dal dolore, finalmente rivede il Figlio risorto. È la speranza che torna a scorrere nelle vene di una comunità intera. Chi ha il privilegio di assistere, non può restare indifferente: le lacrime scendono spontanee, le mani si uniscono in preghiera, i cuori battono all’unisono.
La foto di Carosella immortala tutto questo. È più di uno scatto: è un racconto. I volti contratti dalla fatica e dall’emozione, la Madonna che sembra fluttuare sospesa in un’aura di luce, le colombe che esplodono nel cielo azzurro come un canto liberato. È la Pasqua che si fa carne, gesto, corsa, respiro.
Sulmona, ogni anno, ci ricorda che il dolore può trasformarsi in gioia, e che nella fede, anche la corsa più difficile porta sempre a un abbraccio d’amore. Di seguito la foto nel suo formato originale.
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