E la natura fa miracoli. E Pennadomo, borgo lontano dalle battute vie di comunicazione, si aggrappa ai miracoli, si aggrappa alla “penna” di roccia che crea intorno al borgo luoghi incontaminati e nascosti.
Si parte per visitare il borgo e si finisce con una passeggiata tra la terra e il cielo, passando per la storia.
Prima di arrivare al borgo, ai piedi della “penna”, il torrente San Leo spacca la roccia a creare una piccola gola – Forra della Gran Giara.
Non c’è nessuno, mai nessuno, e con cautela ci si può infilare tra le rocce. Qui l’aria è fresca, nessun rumore, solo lo scorrere dell’acqua ed il respiro da terra.
Le pareti della gola sono alte, il sole è lontano, l’acqua è cristallina ed il verde delle piante è saturo di vita e colore. Prendetevi del tempo, sedetevi, e nel silenzio entrate nel cuore della terra.
Poi arrivate al borgo, un diamante bianco incastonato nella roccia e sovrastato da una magnifica guglia di falesia. Passeggiate senza fretta tra le casette; leggete le vecchie e tradizionali insegne; entrate nei portoni aperti; sorridete e salutate gli anziani che si raccontano storie di gioventù lontana.
Immergetevi nella storia di un borgo quasi disabitato; fate una visita alla chiesa di San Nicola e un sorso di acqua fresca alla fontana centrale; e siate curiosi, curiosi di salire tra le stradine che sembrano farti sbattere in naso contro la roccia, contro la “penna” alla quale il borgo si aggrappa – La Liscia di Santa Maria.
Salite, salite verso il belvedere e non fermatevi fino all’ultimo gradino, fino alla solitaria croce di legno, fino alla punta della penna. Qui nessun rumore solo il vento che forte annulla il calore del sole. Il punto è alto ed il panorama è da mozzare il fiato.
Prendetevi del tempo, appoggiatevi al parapetto e ascoltate il cielo per catturarne una carezza leggera.
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