Il fungo porcino è l’opera d’arte che la terra, da buona artista rappresenta, delineandone gusto e bellezza. È vero che si è sempre più interessati al suo gusto, piuttosto che alle sue forme tondeggianti, un po’ da cartone animato. Il porcino vi attende in tutta la sua bontà dal 15 al 30 settembre a Oriolo Romano, nel cuore della Tuscia.
Tre fine settimana, una di seguito all’altra, tutte dedicate al porcino. Non avrete scuse. Nessun alibi. Anche chi ha problemi con la celiachia, qui è atteso a braccia aperte. Il porcino di Oriolo Romano è molto più di un ingrediente da cucina; è un omaggio alla bellezza e alla generosità della natura. La sua bontà raffinata e la sua capacità di trasportarti nella foresta con ogni morso sono un regalo per gli amanti del cibo e degli ambienti naturali. Quando gusti un piatto preparato con questi funghi, ricorda che stai assaporando un’opera d’arte culinaria scolpita dalla natura stessa.
La sua versatilità è quasi senza limiti. Lo troverete nella zuppa, crema o ad accompagnare le bruschette, le fettuccine e le carni. Il porcino vi farà innamorare, la seduzione è una delle sue qualità sin dai tempi degli Antichi Romani. Furono loro i primi a chiamare “suillus” la varietà più nobile del fungo, che con i suoi profumi e sapori inconfondibili è da sempre sono sinonimo di buona cucina.
I funghi saranno poi il condimento ideale delle fettuccine, nelle due versioni con e senza ragù, e l’ingrediente principale di una prelibata zuppa con i fagioli; fra i secondi, si potrà scegliere fra l’arista ai porcini, un particolare hamburger con crema ai porcini e i funghi fritti.
Lo stand gastronomico sarà aperto il venerdì solo a cena e il sabato e la domenica a pranzo dalle 12.30 e a cena dalle 19. Grazie alla collaborazione con l’Associazione Italiana Celiachia sezione Lazio, il sabato e la domenica a pranzo e a cena sarà proposto anche un ricco menù gluten free per permettere a tutti di gustare queste specialità. Chi preferirà optare per le ricette tipiche dell’Alto Lazio potrà invece scegliere tra le bruschette con olio e sale con o senza aglio, le fettuccine al ragù, la braciola, la salsiccia e la ventresca alla brace, le patatine fritte, le insalate e i dolci e il meraviglioso Cremolato di More.
Organizzata dall’Associazione Culturale Oriolo Romano in collaborazione con il Comune, la Sagra del fungo porcino affiancherà alle delizie gastronomiche un ricco programma che spazia dagli spettacoli musicali ai mercatini fino alle mostre d’arte.
Ogni serata sarà animata da spettacoli musicali dal vivo: sul palco ci sarà spazio il giorno dell’apertura, il 15 settembre per musica pop e rock con i “Meccanica Suono”. Il 16 settembre è previsto un tributo a Lucio Battisti. Il 17 settembre è dedicato alla musica salentina con i “briganti del Re”. Il 22 settembre nel pomeriggio si esibirà il gruppo musicale “La Mandria!” e poi Fabrizio Masci e gli stornellatori di Roma. Il 23 sempre doppio appuntamento: nel pomeriggio si esibirà il gruppo musicale “La Mandria!” e poi Vincenzo Bencini Live. Il 24 settembre alle 17 la Banda Musicale Puccini di Oriolo Romano e le Majorettes di Canale Monterano e a seguire PIAF, pop italiano al femminile, il 29 si balla con gli anni 70 e 90 con i “Taty & Brumals. A chiudere il 30 ci saranno i discomusici “ERRE24”.
I bambini potranno divertirsi le domeniche pomeriggio con i ludobus, e il sabato e la domenica pomeriggio con i gonfiabili.
Sui banchi del mercatino, i visitatori potranno scoprire la pasta fatta in casa, l’olio, il vino, le carni, i formaggi e i dolci, tutti prodotti a chilometro zero provenienti dalle aziende del territorio.
Come di consueto, la sagra prenderà vita in una location dal fascino unico, piazza Umberto I° dominata dall’imponente Palazzo Altieri; sulla pavimentazione che copre tutta la piazza, è disegnata una rosa dei venti che indica i punti cardinali rispetto ai quali sono orientate le quattro bocche da dove fuoriesce l’acqua della Fontana delle Picche, attribuita ad un allievo del Vignola. Nel Paese meritano una visita anche le chiese di S. Giorgio e S. Anna, oltre al Convento di S. Antonio da Padova, mentre poco fuori dall’abitato sorgono una splendida faggeta nominata patrimonio dell’Unesco e il Parco della Mola, che prende il nome da un vecchio molino costruito nel 1573. Il tutto senza dimenticare l’affascinante parco di “Villa Altieri”, inserita da poco all’interno dell’elenco dei beni accreditati nella rete regionale delle dimore, ville, complessi architettonici, parchi e giardini di valore storico e storico-artistico della Regione Lazio.
Segnalato da FuoriPorta.
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