Le origini del “piccolo tesoro” d’Arte della Chiesina di San Rocco a Roccalvecce, in provincia di Viterbo nel Lazio, risalgono agli inizi del Sec. XVII. Da un esame documentale in loco si è trovato scritto che fu eretta nell’anno MDCXXXVII (1637) da un certo Egidio di Gian Paolo della Roccha.
Già nello Statuto di Roccha del Vecce del Sec XVII si accennava ad una Chiesa di San Rocco, in aperta campagna. Le sue dimensioni non sono grandi ma sufficienti ad accogliere la sua omonima confraternita.
Nell’angolo sinistro è situata una porticina, oggi chiusa, ma che all’origine era di accesso laterale e veniva chiamata, volgarmente, “Porticina della Morte”. Il soffitto, in mattone cotto, è a capriata longitudinale e l’altezza massima è di m. 3,80 coincidente con il centro absidale. La costruzione generale portante è di “sasso locale” senza particolari motivi architettonici e misura m.7 in lunghezza, m.5 in larghezza con una facciata di m.6.
Da osservare che la facciata di detto tempietto, ad ampia arcata semicircolare, un tempo era ad intonaco, con una rappresentazione in graffito, simile per soggetto, alla pittura absidale: il trittico dell’Altare ci tramanda la Madonna con il Bambino Gesù in braccio. A sinistra è rappresentato San Rocco con il suo caratteristico saio, il bastone ed indica una sua piaga sulla coscia destra. A destra, San Sebastiano legato ad una colonna e trafitto da tre frecce, al capo, al costato e al braccio. (continua a leggere…)
Foto di Associazione Pro Loco di Roccalvecce
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