In onore della Madonna di Loreto, a cui è dedicata una piccola chiesa entro le mura urbane, i giovani del luogo corrono una spettacolare corsa a piedi scalzi detta “Corsa degli Zingari” in quanto in questi luoghi erano chiamati “zingari” i più poveri.
Dalla sommità di un costone roccioso, dopo il segnale di via, i partecipanti a piedi nudi scendono dalla montagna fino al torrente Vella. Sempre correndo, con i piedi lacerati e feriti dalle pietre e dai rovi risalgono le vie del paese e raggiungono l’altare della Madonna, dove si accasciano stremati.
Al vincitore viene consegnato il “Palio” che già dalle prime ore del mattino è esposto, sospeso ad una canna, dalle finestre che si aprono sulla facciata della chiesa. Consiste in un taglio di stoffa di lana per confezionare un abito maschile, premio molto ambito nel Medioevo.
Oggi il premio assume un valore del tutto simbolico. La soddisfazione più grande è la considerazione di cui è circondato il vincitore. La folla gioiosa lo porta a spalla in trionfo per le vie del paese. Il corteo, accompagnato dal suono della banda, raggiunge la casa del festeggiato dove parenti e amici offrono vino e dolci in segno di prosperità. La corsa, secondo alcune testimonianze, venne istituita nel XVIII secolo come forma di voto in sostituzione del pellegrinaggio al Santuario di Loreto.
Qual’è la tradizione legata alla Corsa degli Zingari?
La tradizione orale afferma invece che questa corsa veniva utilizzata fino al XV secolo come mezzo di selezione e di arruolamento dei giovani pacentrani per le milizie della Famiglia Caldora, feudatari del tempo. Molto interessante è anche la corsa degli “zingarelli” fatta dai bambini che apprendono sin da piccoli le tradizioni e la cultura della comunità a cui appartengono. La corsa degli “zingarelli” si svolge nella stessa giornata, due ore prima della corsa dei grandi.
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