Situato a breve distanza dalla terrazza panoramica del Pincio, immerso nella bellezza del parco di Villa Borghese, puoi trovare l’Orologio ad Acqua di Roma, un capolavoro che fonde ingegneria ed estetica.
Chi fu l’ideatore?
L’ideatore di questa meraviglia, datata 1867, fu Giovanni Battista Embriaco, un frate domenicano appassionato di orologi e ingegneria. Il prototipo del suo Orologio ad Acqua fu presentato all’Esposizione Universale di Parigi nel medesimo anno, ma a causa di timori di danneggiamento e difficoltà tecniche, non fu mai estratto dalle casse che lo proteggevano
La visione di questo straordinario orologio divenne accessibile ai romani e ai turisti a partire dal 1873. Con i suoi quadranti che richiamano la sezione trasversale di un albero e le lancette sagomate come foglie, l’opera si integrò perfettamente nell’ambiente naturale di Villa Borghese.
Come funziona l’Orologio ad Acqua del Pincio?
Il funzionamento di questa invenzione straordinaria è legato alla presenza dell’acqua che, cadendo dall’alto, riempie due bacinelle a forma di foglioline, poste in bilico su un perno. L’oscillazione delle bacinelle attiva il meccanismo che muove le lancette, segnando l’ora. Il flusso dell’acqua muove anche il pendolo e carica la suoneria, creando così un complesso ingranaggio ingegneristico.
La torretta lignea, realizzata con ghisa fusa e chiusa da pareti di vetro, ospita quattro quadranti d’orologio visibili da ogni lato. Sebbene il grande Orologio ad Acqua possa sembrare quasi nascosto tra la lussureggiante vegetazione del Parco del Pincio, offre un’atmosfera magica, senza tempo. Il silenzio, interrotto solo dallo scorrere dell’acqua, il ponticello di legno, e l’isolotto roccioso su cui si erge l’orologio contribuiscono a trasportare i visitatori in una dimensione quasi surreale.
La sua singolarità e le qualità artistiche e decorative hanno sempre suscitato l’interesse dei turisti. Unico nel suo genere, l’idrocronometro del Pincio rappresenta un tesoro, poiché non esistono altri esempi simili in giardini pubblici. Dopo anni di abbandono e esposizione agli agenti atmosferici, la sua ricostruzione e manutenzione sono state possibili grazie all’impegno della Scuola di Formazione Professionale del Centro ELIS a partire dal 2004. Oggi, questa straordinaria creazione continua a incantare chiunque si avvicini, offrendo una testimonianza vivente di passato e presente che sfida il trascorrere del tempo.
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