Sono dolci semplicissimi, ma forse è proprio la leggenda che si nasconde e per le diverse teorie sul loro nome che le rendono così uniche. Le Sise delle Monache (o Tre Monti) sono dolci tipici del borgo di Guardiagrele. Si tratta di due strati di pan di spagna, farciti da crema pasticcera, con la forma di tre protuberanze, ovvero i tre monti o Sise. Spesso vengono servite assieme ad una spazzola che viene utile per spolverare i vestiti dall’abbondante zucchero a velo che inevitabilmente si alza in aria e ricade su maglie, giacche e pantaloni.
Esistono diverse teorie che ne spiegano il nome. La prima vuole che il nome originario del dolce sia “tre monti” in riferimento alla montuosità effettiva delle contrade di Guardiagrele. Si dice anche si riferisca a Gran Sasso d’Italia, Majella e Sirente-Velino che costituiscono i tre massicci montuosi abruzzesi, i più alti dell’intera catena appenninica. Poi il nome è stato maliziosamente trasformato in sise delle monache grazie ad un certo Modesto della Porta che un giorno vide delle paste più imbiancate del solito a causa dell’eccessivo zucchero a velo e disse: “Madonna come sono bianche e diritte e appuntite, me sembrane proprie ‘sise de mòneche'”.
La seconda teoria invece si basa sul fatto che, nel tempo in cui furono inventati questi dolci, le suore (monache), per annullare la loro forme femminili e assumere una fisionomia più spirituale erano solite inserire un involto di stoffa tra i due seni in modo da rendere la superficie piatta, senza prominenze.
La terza tesi, meno fantasiosa e più realistica dice semplicemente che le sise sono dette “delle monache” proprio perchè inventate dalla monache. Poi ovviamente la parola “sisa” assume un significato diverso: un nome come altri per le suore, ma un riferimento al seno delle donne per i laici “maliziosi”.
Ecco la foto dalla visita alla Pasticceria Emo Lullo di Guardiagrele aperta nel lontano 1889.
Roberto De Ficis (Instagram: qui, Facebook: qui)
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