Nel cuore della valle del Giovenzano, a pochi chilometri da Roma, c’è un piccolo borgo che ogni primavera si trasforma in una tavolozza vivente: Gerano. Domenica 27 aprile 2025, questo gioiello del Lazio si colora per uno degli eventi più attesi e suggestivi del calendario italiano: l’Infiorata di Gerano, la più antica del Paese, ora candidata a Patrimonio Immateriale dell’UNESCO.
Con il tema del Giubileo 2025, le stradine acciottolate del centro storico diventano un tappeto floreale realizzato esclusivamente con petali e foglie. Qui, i maestri infioratori tracciano i disegni direttamente sul terreno con gessi bianchi, per poi trasformarli in composizioni artistiche effimere, senza l’uso di terre colorate: solo natura, fede e abilità.
L’Infiorata di Gerano affonda le sue radici nel 1729, quando due gesuiti portarono in paese il dipinto della Madonna del Cuore, dando vita a una devozione popolare che ancora oggi unisce la comunità. La festa culmina nella Processione della domenica, quando il quadro della Madonna viene portato a spalla dalla Confraternita lungo il tappeto di fiori, in un rito che emoziona credenti e visitatori.
Ma l’aria di festa inizia ben prima. Sabato 12 aprile 2025, nella sala Giovanni Paolo II, viene presentato il libro illustrato “Evviva Maria” di Giuseppe Tommaso Patrizi, che racconta la tradizione ai più piccoli con parole semplici e toccanti. Un modo per trasmettere ai bambini l’amore per un’arte antica che, pur nella sua fragilità, resiste al tempo.
Il giorno precedente l’Infiorata, sabato 26 aprile, la cerimonia della “Calata” dell’immagine della Madonna prepara i fedeli al momento più intenso: la processione tra fiori e silenzio devoto, seguita dallo spettacolo pirotecnico che chiude i festeggiamenti in un’esplosione di luci.
E proprio ai bambini è riservato il gesto finale: la “Sciarrata”, in cui sono loro a smantellare il tappeto floreale, dando un ultimo, gioioso saluto alla festa.
Per chi vuole scoprire davvero l’anima di Gerano, una tappa obbligata è il Museo dell’Infiorata: qui, tra antichi attrezzi e testimonianze storiche, si respira la memoria di una comunità che ha fatto della bellezza un atto collettivo.
Consiglio: portate con voi una macchina fotografica, ma anche tanta voglia di ascoltare storie. A Gerano, ogni fiore racconta un frammento d’identità.
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