Nel cuore del Parco Nazionale della Maiella, Campo di Giove conserva intatti i segni di un passato che parla ancora, fatto di pietra viva e silenzi antichi. Camminando per le vie acciottolate del centro storico, si viene avvolti da un’atmosfera sospesa nel tempo, dove ogni angolo racconta storie di secoli trascorsi.
La foto di Maria Gismondi è un esempio perfetto di questa bellezza discreta e solenne: una scalinata scolpita nella pietra, levigata dall’uso e dal tempo, conduce a un portone ligneo segnato dagli anni. Sono tre gradini, uno centrale più alto che ricorda la base di un’antica colonna, poggiati su un basamento irregolare, che sembrano aver resistito a mille inverni, mille passi, mille vite.
Questa semplice struttura, così umile ma così ricca di fascino, rappresenta l’essenza stessa dell’Abruzzo interno: sobrietà, resistenza, bellezza ruvida. Campo di Giove non ha bisogno di ornamenti vistosi per incantare; la sua forza sta nella pietra, nel legno, nelle crepe che svelano l’autenticità del tempo vissuto.
Passeggiando tra le sue stradine, ci si sente davvero “immersi nelle antichità”, come scrive Maria. E in questo contesto, ogni dettaglio – anche solo una scala dimenticata all’ingresso di una casa chiusa – diventa memoria condivisa, patrimonio silenzioso di una comunità che ha saputo custodire il passato.
🍀 Tra i vicoli di Campo di Giove, la storia non è mai distante. È sotto i piedi, nelle mani che hanno costruito, negli occhi che osservano, e nelle immagini che, come quelle di Maria Gismondi, ce la restituiscono con rispetto e poesia.
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