Quando l’inverno inizia a cedere il passo alla primavera, il Lago di Campotosto – gioiello incastonato nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga – si trasforma in uno scenario che ha del magico. Il disgelo primaverile non è solo un evento naturale: è un rituale antico, un lento risveglio che incanta i sensi e accende l’anima.
Le cime circostanti, ancora ornate da morbidi drappeggi di neve, si stagliano luminose sotto un cielo che finalmente si fa azzurro profondo, libero dalle nebbie invernali. Il sole accarezza i pendii, facendo brillare i ghiacci come cristalli, mentre la neve inizia a sciogliersi, goccia dopo goccia, alimentando il lago con un’acqua così limpida da sembrare un vetro turchese disteso tra i monti.
Il suono dell’acqua che scorre, il tintinnio dei ruscelli appena rinati, accompagna il visitatore lungo i sentieri che circondano lo specchio d’acqua. Il silenzio dell’inverno è spezzato dai primi canti degli uccelli di ritorno, dalle rane che fanno capolino tra i canneti, e dal frusciare del vento tra le fronde che timidamente si colorano di verde.
La natura qui non torna solo a vivere: torna a raccontare. Racconta storie di stagioni che passano, di cicli eterni, di resistenza e rinascita. I boschi si risvegliano con un’esplosione di gemme e fiori, i cervi e le volpi si fanno di nuovo vedere all’alba o al tramonto, quasi danzando tra i riflessi dorati del sole sull’acqua.
Passeggiare lungo le sponde del Campotosto in primavera è come attraversare un quadro in continuo mutamento, dove ogni angolo regala prospettive nuove e inattese. Dalla diga che abbraccia l’invaso artificiale alla quiete delle piccole spiagge erbose, tutto invita a fermarsi, respirare, e ascoltare. Sì, perché la bellezza qui ha un suono: quello della vita che ritorna.
E quando il sole cala, tingendo il cielo di rosa e arancio, il Lago di Campotosto si veste del suo abito più solenne. È un momento sospeso, in cui il tempo sembra fermarsi e tutto ciò che esiste è questo fragile, potente equilibrio tra l’inverno che saluta e la primavera che avanza.
Chi ha la fortuna di assistere a questo spettacolo non lo dimentica facilmente. Perché il disgelo, qui, non è solo un evento naturale: è un’emozione che lascia il segno.
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