Chi forgia, chi tesse, chi impasta il pane, chi il formaggio. Sono cinquantasette le scene di un percorso lungo circa un chilometro che a le Ville di Monterchi, nella bella zona aretina, vi coinvolgeranno nel Presepe Vivente fuoriporta, più entusiasmante di tutta la Toscana.
Un intero borgo che lavora tutto l’anno per un allestimento monumentale che diventa spettacolo il 26 e 30 dicembre e l’1, 6 e 7 gennaio.
La Rappresentazione Sacra va in scena al tramonto, quando le luci del borgo sono spente e il percorso s’illumina soltanto di fiaccole, fuochi e torce.
Il visitatore ripercorre la vita a Betlemme e Gerusalemme ai tempi di Gesù. Un percorso indietro nella storia. L’atmosfera, mistica e religiosa al tempo stesso, permette alla narrazione di coinvolgere il visitatore, diventando occasione per riflettere e per pregare. Ma sopratutto per immergersi nel Natale.
Tra le colline della valle del Tevere, strizza l’occhio alle antiche pievi medievali e conventi, Monterchi è lì fieramente arroccata. Tappa fondamentale, non solo per gli appassionati dei Presepi Viventi, ma anche per chi desidera ripercorrere la vita e le opere del maestro rinascimentale Piero della Francesca.
Non solo pittore, ma anche autore di trattati matematici e di geometria prospettica.
È qui a Monterchi che ci si può fermare ad ammirare la Madonna del Parto, il celebre affresco di Piero della Francesca dipinto tra il 1455 e il 1465 in onore di sua madre, Romana di Perino da Monterchi, originaria del posto.
L’affresco, destinato in origine alla Cappella di Santa Maria di Momentana, è conservato attualmente nel Museo della Madonna del Parto di Piero della Francesca, che lo racconta non solo attraverso il dipinto, ma anche attraverso il toccante video che ne descrive i restauri e i dettagli.
Monterchi, è la metà perfetta per il periodo del Natale. La sua posizione tra verdi colline, fascinose anche d’inverno, l’arte che qui si respira e il fabulesco percorso presepiale allietato come da tradizione da un sottofondo di musica religiosa.
Eccoli i lebbrosi che rantolano nel buio, i centurioni, la reggia di Erode dove regna lo sfarzo, i pastori con il gregge. Immancabili il bue e l’asinello che stazionano nei pressi della capanna dove Maria e Giuseppe con il bambinello.
Affascinante è il quadro che rappresenta il mulino dell’olio dove alcuni figuranti colgono le olive mentre altri preparano l’olio con l’aiuto di un somarello che fa girare la ruota. A illuminare tutto il tragitto del presepio solo piccole torce e bracieri.
Articolo proposto da FuoriPorta.
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