In uno scatto potente e delicato, Lyon Corso ci regala un’immagine che parla direttamente al cuore: un campo di papaveri rossi si apre davanti ai nostri occhi, mentre, sullo sfondo, il borgo antico di Capestrano si arrampica silenzioso sulla collina, sotto un cielo gonfio di nuvole bianche. È il 25 aprile, giorno della Liberazione, e la natura sembra voler partecipare con il suo linguaggio segreto ai festeggiamenti dell’anima italiana.
I colori sono quelli della nostra bandiera: il rosso vivo dei papaveri, il verde intenso del bosco che avvolge il colle, il bianco puro delle nubi che si rincorrono in un cielo profondo. Non serve altro. Non servono parole, né bandiere appese: è la terra stessa, generosa e fiera, a ricordarci i valori di libertà, di resistenza, di speranza.
Capestrano, incastonato come una gemma tra le colline d’Abruzzo, sembra quasi sospeso nel tempo. Le sue case di pietra chiara, le torri antiche, le chiese silenziose, parlano della forza di un popolo che ha saputo resistere, che ha lottato per la sua dignità. E oggi, in questo 25 aprile, si veste dei colori più belli per onorare chi ha sognato e conquistato la libertà.
Il campo di papaveri non è solo uno spettacolo per gli occhi, ma un invito a ricordare: ogni fiore, fragile e orgoglioso, sembra custodire il sacrificio di chi ha dato la vita per un’Italia migliore. Camminare tra quei fiori, respirare quell’aria carica di primavera e memoria, è come camminare nella storia.
Grazie a Lyon Corso per aver saputo fermare questo momento di pura poesia, per aver dato voce alla natura, che in questo angolo d’Abruzzo canta, silenziosa e vibrante, l’inno alla libertà. Di seguito la foto nel suo format originale.
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