Oggi per la categoria amanti della cucina abruzzese abbiamo un secondo d’eccezione l’Agnello Cace e Ove, usato nelle case nel periodo della Pasqua in molti lo mangiano anche durante l’anno perchè ha la particolarità di essere apprezzato anche dai ragazzi che non amano cibarsi d’agnello.
La tradizione di questo piatto è tipicamente della provincia di Teramo ma è utilizzato anche in tutto l’Abruzzo e dai cugini molisani. Nelle Marche lo si trova in alcune zone montane, grazie alla transumanza e al contatto con i colleghi dell’Abruzzo.
Perché specialmente in primavera?
Il suo utilizzo nel periodo di primavera era dovuto a due motivi: 1) tornavano i famigliari dal viaggio di spostamento delle greggi sani e salvi e si festeggiava la Pasqua o semplicemente si uccidevano gli agnelli meno redditizi. 2) da tradizioni giudaiche di molti abitanti di zone interne del teramano. La parte del teramano fin dai tempi di Roma veniva conosciuta come la “piccola giudea”, a testimonianza del fatto viene dalla cittadina di Bisenti, un tempo area Aprutina risiedeva la famiglia della gens dei Ponzi da cui discende anche il Pilato, famoso personaggio dei Vangeli cristiani, sua moglie Claudia Procula, era di chiare origini picene. Alcuni anni orsono sono stati rinvenuti in una casa, la tipica costruzione di sistema idrico di Gerusalemme proprio del periodo del governatore romano.
Cos’è l’Agnello cace e ove?
Cosa sarebbe quindi agnello cacio e uova ? una carne ovina cucinata e insaporita di spezie, brasata al vino bianco, ricoperta da una pastella di uova e formaggio pecorino. La sua preparazione la lascio spiegare agli esperti che incontrerete nei vostri viaggi, troverete che essa è fatta in modo diverso da zona a zona anche della nella provincia di Teramo, si usa in sugo o senza.
IO la preferisco senza sugo ma altri non so e voi? Assaggiate questo prodotto che col tempo è diventato oggetto di attenzione dei ristoratori che lo propongono sia come secondo oppure come antipasto fatto con i fegatini. BUON APPETITO E BUON ABRUZZO!!
Testo e foto del nostro lettore Roberto Settimio.
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