C’è un momento della giornata in cui il mondo rallenta. Il cielo si tinge di oro e rame, il mare respira piano, e tutto sembra sospeso tra sogno e realtà. È il tramonto, e a Punta Penna, nella riserva naturale di Punta Aderci, questo momento diventa poesia.
Guardare il sole calare all’orizzonte da questa spiaggia selvaggia è come assistere a un antico rituale della natura. Le onde si accendono di luce liquida, le nuvole si tingono di fuoco, e il cuore si riempie di una calma profonda, quasi sacra.
Nel silenzio rotto solo dal canto del mare, ogni dettaglio racconta una storia: i fiori selvatici colorano la riva come carezze della terra, le strutture in legno — forse un vecchio trabocco — parlano di mani esperte e di pesca, di tradizione e resistenza. Il vento porta con sé profumo di salsedine e libertà.
In questo angolo d’Abruzzo, tutto ha il sapore dell’essenziale. Non c’è bisogno di nulla, se non di occhi aperti e cuore pronto a sentire. Qui si impara l’arte della contemplazione, si ricorda il valore della lentezza, si torna a far parte di ciò che è autentico.
Grazie a Ciokfeglove Sylvie per averci regalato questo scatto che è più di una fotografia: è una finestra aperta sull’incanto. E grazie a chi, come Viaggiando Italia, ci invita a scoprire, a vivere, a meravigliarci.
Perché ci sono tramonti che non si dimenticano. E questo, a Punta Penna, è uno di quelli.
Discussion about this post