Il nome Pretoro deriva dalla parola latina Praetorium (che significa “luogo di raduno di soldati”) e indica quella che era il punto di osservazione e controllo dei passaggi nella valle Peligna, abitata dalle popolazioni italiche dei Peligni.
La bellezza del territorio del borgo di Pretoro è data da pascoli, prati, boschi e seminativi e dalla sua posizione come appoggiato su una collina alle pendici della Maiella. Il borgo di Pretoro, tra mare e montagna, è tutt’uno con il bosco. Questo connubio lo si percepisce anche dal valore dell’artigianato del legno, qui molto sviluppato.
Il cuore del bosco è la sua meravigliosa faggeta, appartenente alla Riserva Naturale. Attività ancora presente è quella della filatura, grazie all’abbondante presenza di ovini da cui proviene la lana. Caratteristici sono i “fusari”, ovvero abili artigiani della lana.
Quando visitare Pretoro?
Di certo l’inverno è la stagione prediletta, quando è possibile ammirare il borgo imbiancato dalla neve e di notte, con le piccole luci gialle accese, lo rendono simile all’ambientazione di un presepe.
Cosa vedere a Pretoro?
Il borgo è molto caratteristico, con case costruite una vicina all’altra lungo vicoletti collegati da strette e impervie scale.
La chiesa di Sant’Andrea Apostolo, la principale del borgo, risale ai secoli XV e XVI con due navate con stile neoclassico con elementi barocchi.
La chiesa di San Nicola (più nota come chiesa di San Domenico) con stile tardo rinascimentale e secentesco con cui si presenta dopo la sua ricostruzione. Proprio a questo santo sono dedicate le celebrazioni de Lu Lope (il lupo) e quella arcaica dei Serpari (i manipolatori di serpenti).
L’eremo della Madonna della Mazza con un portale di epoca duecentesca o trecentesca. Il nome di Madonna della Mazza deriva dallo scettro (o “mazza”) con cui è raffigurata la Vergine. A navata unica e custodisce le leggende fiorite intorno all’immagine della Madonna della Mazza.
Fuori paese, a circa 8 km e a 900 metri d’altitudine c’è l’eremo chiamato la grotta dell’Eremita dove indagini archeologiche hanno riportato alla luce utensili in selce, reperti ceramici dell’età del Bronzo e tracce degli eremiti e dei pastori che l’abitavano.
Gastronomia del borgo
Nella gastronomia di Pretoro sono da citare la pasta alla chitarra abruzzese; la pecorara, anellini di pasta fatti in casa e conditi con sugo, ricotta, melanzane, zucchine e peperoni; i p’ttlolozz, nome dialettale di una pasta fatta in casa e tagliata a mano a forma di rombi. E poi, ancora, l’agnello alla brace cotto con legna mista di abete, faggio, carpino e ginepro; i turcinelli di budella di maiale. Il dolce locale è la “torta del lupo”, con cacao e vino Montepulciano d’Abruzzo. Nel periodo pasquale si trova il “cavalluccio” regalo dedicato ai bambini.
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