Negli ultimi anni, sono aumentate esponenzialmente le campagne contro il fumo di sigaretta e le leggi per contrastarlo. Per rendersene conto basta ricordare che, a Milano, a partire dal 2025 sarà vietato fumare anche all’aperto nelle aree pubbliche. Nonostante questo, spesso per mancanza di conoscenza, tantissime persone continuano a fumare quelle che considerano sigarette più leggere per la salute, ossia le light.
Premettendo il fatto che, accanto ai loro numeri in crescita, è necessario considerare anche le ottime performance delle sigarette elettroniche che, sia grazie alle campagne informative, sia in virtù della qualità di e-commerce verticali come Terpy, portale dove è possibile scegliere tra numerosi liquidi e dispositivi, sono sempre più acquistate, è bene sottolineare che no, le sigarette light non sono più salutari di quelle tradizionali.
Molto spesso, chi ricorda questo aspetto si sente rispondere dal fumatore di turno che è inferiore la quantità di nicotina e più consistente il filtro. Queste caratteristiche non tolgono nulla al rischio per i polmoni: il fumo frutto della combustione del tabacco rimane estremamente dannoso.
Per rendersi conto di come si stia lavorando sulla consapevolezza della loro pericolosità, basta sottolineare che, in Italia e in altri Paesi, la dicitura “light” è stata vietata (alcuni brand l’hanno sostituita con il termine “gold”).
Un aiuto per comprendere ulteriormente i motivi per cui anche le sigarette cosiddette light fanno male, arriva dalla scienza. Vediamo, nelle prossime righe, quali sono le ultime scoperte in merito.
Sigaretta light: una compagna di vita a dir poco pericolosa (soprattutto per i fumatori assidui)
Attorno alle sigarette light ruotano ancora troppi luoghi comuni. Come evidenziato da uno studio che ha visto impegnato un team di ricercatori attivi presso l’Ohio State Cancer Center, fumarle, nei casi in cui si è tabagisti abituali, può rivelarsi finanche più pericoloso (in confronto al consumo di sigarette tradizionali, ovviamente).
I risultati del lavoro di questi esperti, riassunti in un articolo recentemente pubblicato sulle pagine del Journal of the National Cancer Institute, hanno puntato il dito in particolare su una caratteristica delle sigarette “leggere”: i loro fori di ventilazione.
In merito a essi, si è espressa un’autorità internazionale come l’oncologo Peter Shields, tra i firmatari della pubblicazione. Ha posto l’accento sul fatto che la loro presenza ha un impatto diretto su uno dei fattori che, in generale, rendono pericoloso il fumo di sigaretta: la combustione del tabacco.
I fori di ventilazione, che comportano l’ingresso di aria, fanno sì che bruci a una temperatura più bassa rispetto a quella tipica delle sigarette tradizionali, aumentando così la sua pericolosità per l’apparato respiratorio.
L’impatto psicologico
Un altro motivo, portato alla luce dalla suddetta pubblicazione, per cui le sigarette light non vanno sottovalutate riguarda l’impatto psicologico sui tabagisti.
Chi non ha idea dei motivi dietro alla pericolosità del fumo di sigaretta e le utilizza frequentemente, è generalmente portato, con la convinzione di essere meno a rischio rispetto a un fumatore di sigarette tradizionali, sia ad aspirare in profondità, sia ad aumentare il numero medio di sigarette fumate nel corso della giornata.
Come evidenziato anche dagli esponenti delle associazioni che, sul territorio, fanno prevenzione attraverso l’informazione e assistono i malati di tumore, quello delle sigarette con poca nicotina è un tema di cui si parla assiduamente solo negli ultimi anni, a seguito della drastica riduzione del numero di fumatori a livello mondiale.
La legge che proibisce l’apposizione della dicitura “light” in Italia, però, risale al 2003, lo stesso anno in cui è entrata in vigore la Legge 3 del 16 gennaio che, per la prima volta nel nostro Paese, ha reso realtà il divieto di fumare in locali chiusi aperti quotidianamente al pubblico.
Di strada da fare dal punto di vista informativo – senza mai perdere di vista le verità scientifiche – ne serve ancora!
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