Articolo gogliardico 🙂 Sul vasto altopiano di Campo Imperatore, dove l’aria è più pura di uno spritz alle 11 di mattina e l’orizzonte si perde tra nuvole, erba e sogni di vacche felici, si consuma ogni giorno un rito millenario: la passeggiata delle regine bianche sotto lo sguardo severo e impassibile del Corno Grande, il boss di pietra del Gran Sasso d’Italia.
Qui non si scherza, o forse sì — ma lo decidono le mucche.
Eccole, fiere e sfrontate, che pascolano come se fossero le vere proprietarie del Parco Nazionale, ignorando completamente che là in alto, il Corno Grande le osserva come un vecchio preside scorbutico in pensione, pronto a giudicare ogni movimento di zoccolo con sdegno geologico.
La più anziana del gruppo, che tutti chiamano “La Contessa”, guida il branco con lo stesso spirito di una zia abruzzese armata di forchettone alla domenica: autoritaria, implacabile, e con lo sguardo che dice “te lo mangi pure se non ti piace”.
I vitellini invece? Ribelli. Scalciano, saltellano e annusano ogni ciuffo d’erba come se fosse il primo giorno di scuola. Uno ha anche provato a sfidare il Corno Grande con un muggito epico. Nessuna risposta. Il monte è roccia, mica uno che si offende.
Dietro le quinte, un vecchio abbeveratoio in pietra fa da social club dove le mucche si aggiornano sulle ultime novità della valle: “Hai sentito che la mucca marrone della valle giù a Teramo si è data al latte di mandorla? Uno scandalo!”
E mentre il sole danza sopra le cime e le nuvole fanno ombra come se giocassero a nascondino, il Corno Grande resta lì, immobile e maestoso, un po’ come il nonno che osserva i nipoti giocare ma dentro di sé pensa solo: “Ai miei tempi le vacche non avevano TikTok!”
E così continua la vita, in un equilibrio perfetto tra natura, bellezza e mugghi di protesta, sotto l’occhio vigile del gigante di roccia che, chissà, forse ogni tanto si lascia anche sfuggire un sorriso. Ma solo quando nessuno guarda.
Discussion about this post