Con piacere pubblichiamo una poesia i cui versi sono scritti da un nostro lettore che vuole restare anonimo, ma che vuole dedicare a tutti i nostri lettori e amanti dell’Abruzzo.
Questa poesia è di reale attualità viste le ultime decisioni di abbattere un elevato numero di cervi nel territorio abruzzese che potrebbero – secondo le motivazioni – creare problemi alla viabilità e alla incolumità delle persone.
Noi siamo convinti che è stato l’uomo ad invadere i territori selvaggi dei cervi e per questo motivo sono loro che dovrebbero essere difesi, proprio come ben viene detto nei versi di questa bellissima poesia.
Nel cuor d’Abruzzo il cervo va leggero,
fra boschi antichi, dove il vento è fiero,
il suo respiro è canto dolce e vero.
Ma l’uomo viene, con lo sguardo duro,
nel sangue freddo trova il suo futuro,
al cervo tende l’arma e il tiro è puro.
Non sa che in lui c’è vita millenaria,
che in ogni passo danza la memoria,
di un tempo in cui la terra era aria.
Ma forse un giorno avrà nuova visione,
lasciando al cervo pace e protezione,
e tornerà alla calma e alla ragione.
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